Art break hotel

30 marzo 2012

Torna a Sorrento. Secondo capitolo per il “concorso di bellezza” dell’Art Hotel Gran Paradiso, che rafforza l’idillio con la cultura grazie a musica, reading, talk e momenti espositivi. Nel Golfo delle Sirene, molte saranno dunque le Faces della stagione turistica, parafrasando il titolo di una ricca rassegna sul ritratto che occuperà gli spazi comuni della struttura. Alla ribalta, per il secondo anno, la competizione per la più bella stanza d’artista, vinta nel 2011 da Nicola Gobbetto con Stay beautiful! (Sleeping Beauty room).
Fino al 31 ottobre, gli ospiti si sveglieranno in ambienti decorati e/o allestiti da una variegata compagine di nomi (la lista completa qui sotto) – giovani e meno giovani (e anche qualcuno che non è più di questo mondo), meno familiari o ben incasellati nel mainstream – per offrire un “break” alla mente, un momento di fuga estetica, di svago, di otium, agevolando il contatto con linguaggi magari sconosciuti. (altro…)

Pediluvio e coscienza

24 marzo 2011

La rivoluzione nel tinello di Roxy In The Box


Abbonda abbonda… Il sale fa bene
… Mmmh, che fastidio. Come tutto quello che viene dal profondo di se stessi. L’ego, l’es, il super-io, tutte quelle storie là insomma. Da cent’anni a questa parte, qualcuno prova a scenderci. E quel che ci trova, quasi sempre, gli piace poco. Figuriamoci poi se, nel pieno di una onesta e sacrosanta depressione, sbatte contro una faccia grottesca, da circo (che poi è la sua). E quel tono di voce poi: sfottente, petulante, con quella cacofonia impastata di accenti e inflessioni. Insopportabile. Un tempo ci voleva una martellata per schiacciare il grillo parlante. Adesso basta spegnere la tv, sottofondo delle nostre giornate. Tanto chi l’ascolta? Lei resta accesa, tu fai altro: cucini, studi, ti fai un pediluvio. C’è chi fugge con i piedi in una bacinella. Abbonda abbonda… (altro…)

Eroi eroine

12 luglio 2010

Rivalta (to), Castello

Segni che non lasciano traccia. Nella società delle icone-fast food e degli eroi per un giorno, l’arte prova a fare il punto della situazione. Chiedendosi se esista ancora il potere dell’immagine…

Quando un progetto è in rodaggio, la prudenza non è mai troppa. Accade così che a Rivalta si ripeta l’impostazione con la quale, lo scorso autunno, l’articolato castello locale entrava nella partita culturale della cinta torinese. Collettiva bis, e trait d’union col passato la “riconvocata” Maura Banfo, che si sdoppia facendo da madrina all’apertura delle scuderie col video-pendant di una serie fotografica, in cui un vecchio libro di fiabe sfogliato da mani rugose pare invitare lo spettatore a varcare lo specchio, come Alice nel Paese delle Meraviglie.

Perché le proposte sono tante, se non per quantità per varietà, in una mostra avvolta intorno a un enunciato complesso, ma a rischio dispersione nella sua traduzione espositiva. Una riflessione sulla bulimia di immagini, che oggi assurgono facilmente a simulacro e altrettanto in fretta, dopo uno sfruttamento intensivo, si sgretolano, fino -per dirla con Baudrillard – alla “sparizione dell’arte”.

Ed è proprio al punto di svolta del XX secolo secondo il teorico francese – la Pop Art – che afferisce uno dei filoni del percorso. Pop è Mary Sue, che bamboleggia equivoca con un enorme bon-bon, ironizzando sui cliché femminili. Pop è il lightbox di Hung Tung-Lu, opportunamente collocato sull’altare della piccola cappella, dove Sailor Moon si staglia contro una pala gotica. Pop è Roxy In The Box, che ridipinge statue devozionali con i panni dei supereroi dei comics non per contraffazione blasfema, bensì per glorificarne e attualizzarne i Pow!-ers. Dissacrante è invece Diego Scroppo, cui basta rovesciare l’insegna di una farmacia per capovolgere contemporaneamente simbolo e senso. (altro…)

gelino.verdell