Gal Weinstein

22 ottobre 2010

Milano, Riccardo Crespi

Eclettismo. Questo il principio ispiratore di una personale che insegue la meraviglia attraverso il virtuosismo. E dove – giochetto polisemico – la materia è la materia…

La definizione di un preciso indirizzo, la cristallizzazione di un codice univoco non sono certo tra le principali preoccupazioni di Gal Weinstein (Ramat Gan, Israele, 1970; vive a Tel Aviv), tali e tante le diramazioni della sua urgenza creativa. Una personale ricca, magari un po’ dispersiva, ma convincente e piacevole in quanto a manipolazione virtuosistica di materiali perlopiù poveri, quotidiani.

La paglietta d’acciaio, ad esempio, utilizzata per disegnare serie di autoritratti o paesaggi: “wool drawings”, li definisce l’artista, in cui la fibra metallica compone chiaroscuri e contorni, figure dall’impressione sfumata e mobile, soprattutto nelle selve folte e vaghe di Ignition divorate dalle fiamme. Tout passe tout casse tout lasse, insomma:

una realtà inafferrabile e mutevole, come la Luna che solca il cielo in The blanch moon, video alquanto avulso dal contesto e debole sul piano formale e concettuale, specie se paragonato ad altri pezzi di maggior impatto.

Notevole infatti l’effetto scenografico delle installazioni al piano inferiore, dove spumose matasse simulano colonne di fumo che s’innalzano dagli pneumatici: fake palesemente ispirato agli stereotipi di tumulti di piazza, rivolte, guerriglie urbane. E, accanto all’esplosione collettiva, la doppia chiave identificazione-identità insita nelle macroscopiche impronte digitali, che una resa analitica quasi sfrangia in corpose orme pittoriche. (altro…)

Corrado Levi

11 ottobre 2010

Milano, Peep-Hole

Un gran pavese dove forma ed eros s’incontrano. Ingarbugliandosi subito nella matassa del segno.
Identica manifestazione di un bisogno insopprimibile…

Da Andres Serrano ad Anselm Kiefer, lo sperma ha variamente asperso l’arte contemporanea. Ma non è fatta per épater les bourgeois la personale di Corrado Levi (Torino, 1936; vive a Torino, Milano e Marrakech), dove gli schizzi di liquido seminale rappresentano un “ingrediente” tutto sommato trascurabile, seppur inevitabile, naturale epilogo delle sedute di posa che nel 2004 hanno originato questa serie di 27+1 disegni.

Quasi, autoamori di Johnny è un progetto anomalo rispetto alla consueta programmazione della galleria, che per l’apertura della stagione punta su un non-straniero e non-giovane, anche se, conti alla mano, essendo la carriera più segnatamente artistica del poliedrico Levi iniziata dopo i suoi primi cinquant’anni, qualche sconto si può anche fare. (altro…)

Scultura internazionale a Racconigi

6 ottobre 2010

Racconigi (CN), Castello

Opere en plein air, disseminate nel “parco più bello d’Italia”. Per raccontare la scultura tra passato e presente. Ma il locus amoenus nasconde l’insidia…

Gli amanti delle classifiche saranno certamente edotti sul fatto che il Castello di Racconigi ha conquistato quest’anno il titolo di “Parco più bello d’Italia”, strappando così lo scettro alla Reggia di Caserta. Riconoscimento meritato per la residenza che più di ogni altra racconta anche attraverso un “lessico famigliare” l’epopea della controversa ex Casa Regnante, a lungo nelle posizioni di testa tra i monumenti più visitati del Piemonte, prima di essere scalzata dalla Venaria pigliatutto (sicché potrebbe essere letto nella direzione di un “rilancio” il trasferimento in loco da Aglié, palcoscenico delle ultime tre edizioni).

45 sculture monumentali (e diversamente non potrebbe essere, data la cornice, soverchiante per dimensioni e fascino), realizzate da artisti provenienti da Italia, Gran Bretagna e Taiwan: un percorso di due chilometri, pensato non tanto per fare il punto sullo stato dell’arte oggi e prefigurare scenari futuri, quanto per offrire un circoscritto résumé transgenerazionale. (altro…)

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