Il Tiziano che non c’è. Delude la mostra di Brescia

1 luglio 2018

Molte domande crivellano questo Tiziano a Brescia.
Il punto debole non sta tanto nell’aver imperniato il progetto su opere che in mostra non si vedono: l’una – il Polittico Averoldi – in quanto oggettivamente inamovibile dalla Collegiata dei Santi Nazaro e Celso; le altre – le tre tele con le Allegorie di Brescia – poiché andate distrutte durante un incendio alla Loggia nel 1575, pochi anni dopo l’esecuzione.
Il punto è che, a dispetto delle grandi attese legittimamente suscitate dal “title-role”, di emozioni per il grande pubblico (quello che paga, e che in passato ha generosamente affollato il Santa Giulia) ce ne sono pochine, e anche sotto il profilo scientifico si naviga in bonaccia. (altro…)

Capodimonte, un museo che è terra di nessuno

3 gennaio 2012

Venerdì 30 dicembre 2011: Napoli si prepara per il cenone di fine anno. Sarà per questo che appare insolitamente deserta. Poco traffico, cielo uggioso. Una città incenerita. In sintonia, insomma, con l’atmosfera dimessa che aleggia sul Museo di Capodimonte. Meta fissata la mostra sul giovane Ribera, esposizione non priva di criticità (specie in materia di attribuzioni), ma in ogni caso attraente. Non è deserta infatti la Sala Causa, alla quale si accede con un biglietto separato rispetto al museo.  Ormai è prassi ovunque, però è difficile non rimpiangere i bei tempi (andati) delle vacche grasse, quando con un paio di euro in più si godevano insieme l’ultimo Caravaggio e la quadreria Farnese, Velazquez e il salottino cinese. Ma va bene così: c’è la crisi, e proprio sulla Cultura è caduta la scure dei tagli. (altro…)

Fuoco

1 luglio 2010

Milano, Palazzo Reale

Da quella pira, fuoco incrociato. Un incontro tra arte classica e contemporanea in cui l’arrosto c’è, e saporito. Ma purtroppo si leva più d’un fil di fumo..

Il fuoco ha un’anima? Elementare il quesito che apre la seconda tappa del ciclo espositivo dedicato ai Quattro Elementi, partito nel 2009 con L’anima dell’acqua. La risposta è, più che affermativa, enfatica: il fuoco ha molte anime. E la mostra, replicando il format dello scorso anno, tenta di sviscerarle tutte, non sempre però in modo equilibrato. Più convincente, per capacità esemplificativa e accostamenti, la prima parte del percorso: ampia e studiata la sezione mitologica, che mescola terrecotte e tele moderne (notevoli i Previati), manufatti in opus sectile e video. Tra le fiamme si forgiano i culti egizi e della Grecia arcaica, finché sull’Olimpo spuntano sfolgoranti Fetonte, Apollo e Zeus, l’Aurora “dalle dita di rosa”, Semele incenerita, la protettrice del focolare domestico Hestia/Vesta, contrapposta a Efesto e ai suoi fabbri, curvi sulle incudini in quelle viscere della Terra dalle quali risale la lava (star il Vesuvio, visto da Jacques Antoine Volaire e, due secoli dopo, da Andy Warhol). (altro…)

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