WIM IN POLVERE

30 agosto 2010

Ancora qualche riga sul corto di Wim Wenders, hommage a Kazuyo Sejima (che così si aggiudica una doppia vetrina nella mostra curata da lei medesima) proiettato in 3D all’Arsenale.

Naturalmente, guai a non osannare l’epifanico materializzarsi di questo ennesimo capolavoro, permeato di magica poesia (cioè la solita roba “intellettuale”, il cui grado di elevazione si identifica col numero di parole sussurrate ogni quarto d’ora da una voce aliena come in una réclame Barilla). Lo immagino, ora starete disprezzando la mia sensibilità da camionista, la mia ignoranza da impiegatuccia che sbotta contro la Corazzata Potemkin. Ma sappiate che questa rozzezza d’animo non mi ha impedito di provare un nobile sentimento: la compassione. Perché i protagonisti di questo “spottone” paiono tutti depressi. (altro…)

TORTA ITALIA

29 agosto 2010

Mi hanno sempre infastidita quelli che si sentono in obbligo di vituperare sempre e comunque il Tricolore alla (qualsivoglia) Biennale. Soprattutto prima, e magari in nome di quelle logicuzze di campanile e di lobby che, sulla bocca dei detrattori, ispirano sempre gli altri, e mai se stessi. Però a volte ci si mette pure lui, il Padiglione Italia. E difenderlo diventa difficile. Due parole, dunque, sulla partecipazione nostrana alla 12. Mostra Internazionale di Architettura. Dispersiva? Incasinata? Semplicemente, anatomia di una nazione intontita e impotente che, incapace di guardare al futuro, ha messo troppa carne a cuocere. Un sinuoso kebab contro la carestia di idee, o se volete un bel gateau mariage a fare da espositore per Amnesia del presente, costola della mostra che “rilegge” (cit.) gli ultimi vent’anni dell’architettura dello Stivale, a detta del curatore Luca Molinari inghiottiti in un buco nero. E risorti su una torta nuziale di immaginette monocrome, sormontata nell’alto dei cieli da schermi su cui pontifica il Grande Fratello di turno, mentre sui ripiani Casabella trova posto accanto a Roberto Saviano. (altro…)

Venezia in 3 B

28 agosto 2010

Sarà perché questo è stato l’anno di Avatar, che ha polverizzato tutti i record al botteghino, sarà perché la settima arte qui in Laguna è di casa, ma alla Biennale ben due erano le proposte in 3 D. Quella dell’Australia, che si faceva notare grazie all’arancione fosforescente del progetto NOW and WHEN: brancolando nel padiglione buio verso le due proiezioni, gli spettatori guadagnavano uno degli occhialini appesi a un filo penzolante dal soffitto, con buona pace delle allarmanti notizie su batteri responsabili di congiuntiviti e infezioni varie circolanti ai tempi del polpettone di Cameron. (“Avatar l’ho già visto”, sbuffava scandalizzata una dama, schizzando altrove). Igiene salva invece all’Arsenale, dove (altro…)

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