Sulla strada per la Biennale, l’artista marchigiano fa tappa nell’”altro” Piemonte…
Pensa in greco e scrive in latino, Simone Pellegrini. Greca la sua città d’origine, Ancona. Greca la sua concezione della physis. Greco anche il Labirinto che lo ospita e che – vedi Borges – era la biblioteca. E sui libri disegna l’artista, tradendoli, “sfregiandoli” proprio alla fine, quando è il momento di tirare le somme. Non illustrazioni, ma antitesi e provocazioni, glosse eretiche raccolte sotto un titolo che è già un ossimoro. I pensieri si rovesciano, i corpi si capovolgono, manipolati e tesi fino allo spasmo. Caleidoscopi anatomici, ginnastiche cerebrali con un quid di erotico, che guardano all’Oriente ma coi piedi ben piantati sulle sponde del Mediterraneo. Così, rasentando i confini delle cose, scarabocchiando l’origine del mondo e le sue meccaniche, fiammeggiante e psichedelico, mistico e profano, Pellegrini scrive il suo De rerum natura, e lo fa con un tratto da codice miniato, sfondi incartapecoriti e matrice distrutta. Ne bis in idem. Troppe citazioni? Colpa delle opere, che avviluppano gli sguardi in un sincretismo asistematico e onnivoro. La dimensione del sacro si riscopre elastica, esultando e contorcendosi nell’evoluzione dell’immagine. Transiti, passaggi. Una forza operosa le affatica di moto in moto… dicesi delle figure, che si spogliano della propria referenzialità e si fanno astrazione, decorazione. Finalmente libere.
Simone Pellegrini_Mentiti saggi_a cura di Luigi Cerutti_Casale Monferrato (AL)_Libreria Labirinto
(26 marzo/28 aprile)
foto di Luciano Bobba, courtesy Galleria Cardelli &Fontana
Cara Anita,
ti sono grato per questa tua recensione.
Poche parole fatte per reggere tanto sapere, una capacità di sintesi e di cogliere in questa trama fitta molto del mio operare e del divenire.
Felice incontro dunque quello in cui parole e segni risultano così ben consegnati!
A te auguro il meglio
SP