I’m a material man

9 ottobre 2011

Faltung: ripiegamenti. Metalli accartocciati come carta, ma niente contorsionismi concettuali. E nessun timore di toni shock. È la proposta di Corsoveneziaotto per l’inaugurazione del nuovo “anno scolastico”. Ovvero, Tilman Hornig fino a fine ottobre

 

Tilman Hornig_ Modern Table n. 1_ 2011_ legno, vetro e pittura_ cm 100x90x60. Courtesy Corsoveneziaotto, Milano

Difficile resistere all’implicito divieto di toccare le opere. Ci si consola allora con il colore, che Tilman Hornig (Zittau, 1979; vive a Dresda) regala generosamente alla parete e al metallo, sfruttando tutte le possibilità del cangiantismo, “sporcato” laddove rischierebbe di diventare troppo squillante.  (leggi il resto dell’articolo su Artribune)

I cataloghi son questi

7 ottobre 2011

Ovvero due appunti cinematografici

Divagazione numero uno: Carnage, ultima fatica di Roman Polanski e… dei suoi spettatori. Perché è davvero estremo starsene per 80 minuti a torcersi dall’ansia su una poltroncina, di fronte al quartetto di attori straordinari che, in un continuo gioco delle parti, tirano e mollano il filo della tensione. Tensione che esplode, letteralmente, dalla bocca di Kate Winslet per finire sul prezioso catalogo di Kokoschka, che Jodie Foster ama più della sua stessa vita, avendovi riversato tutte le sue aspirazioni e le sue frustrazioni (o aspirazioni frustrate, e l’endiadi è servita). Lei, cioè Jodie Foster, è una spigolosa intellettualina radical chic che combatte tutte le battaglie politically correct e, in nome del pacifismo terzomondista, aggredisce chi non condivide la sua (banalotta e borghesotta) weltanschauung. Educa i figli all’arte e alla musica, disprezza il consumismo ma poi cade nel tranello dell’oggetto feticcio (il rarissimo, ormai introvabile Kokoschka, per l’appunto, che diviene un petulante refrain), mostrando di tenere alle cose più di quanto, alla fine, tenga al genere umano. La spettacolare vomitata della Winslet sul catalogo è inoltre emblematica – la diva britannica ricopre infatti il ruolo di un’operatrice finanziaria sospetta parvenu (il mondo degli affari vomita sull’arte? un po’ forzato, ma ci si può pensare) – e rivelatrice di una concezione alquanto pessimistica della cosiddetta cultura “alta”. (altro…)

In punta di Barocco

7 ottobre 2011

Acquaforte e puntasecca. Acrilico e creta. Nei giorni dell’“ouverture” torinese, la proposta “incisiva” di Norma Mangione, tra classico e retrò. Le opere di Francesco Barocco in mostra a fino al 29 ottobre

Francesco Barocco - Senza titolo - 2011 - courtesy Norma Mangione Gallery, Torino

 

Nomen non omen. Francesco Barocco (Susa, 1972; vive a Torino) rigetta le ridondanze, dribbla il concettismo e lancia una dichiarazione di poetica haiku che, sui musi dei suoi gattini, vibra come una sfida. (leggi il resto dell’articolo su Artribune)

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