Se questo è un Corso

25 marzo 2011

Porta Ticinese, domenica mattina.

Questo è lo spettacolo che si para davanti ai nostri occhi uscendo dalla Basilica di Sant’Eustorgio (quella con gli affreschi di Foppa, quella con l’Arca di San Pietro Martire). Ogni passo un graffito. Ogni metro un graffito. Ogni centimetro un graffito. Ogni millimetro un graffito. Senza soluzione di continuità. È incredibile osservare con quanta minuzia e dedizione questi miniatori metropolitani abbiano arabescato ogni superficie più o meno ad altezza d’uomo, lasciando intonsi – bontà loro – campanelli e targhette dei citofoni. Grovigli nervosi di tag e dripping pollockiani sugli intonaci, maiuscole lapidarie e grafemi gommosi sulle saracinesche. Più che crew di street artists, si direbbe che col favor delle tenebre orde di lupi grafomani calino sulla strada inerme. Eppure risulta che la giunta Moratti paghi un assessore al decoro urbano. E risulta anche che Palazzo Marino abbia fatto della sua crociata contro i writer uno dei suoi fiori all’occhiello. Beh, se è così, Corso di Porta Ticinese per suor Letizia & co è Good morning Vietnam.

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